lunedì 26 gennaio 2015

LA FEBBRE DI BROADWAY COLPISCE BRADLEY COOPER




 “Io non sono un animale. Io sono un uomo!”. E' questo il grido disperato di un “mostro” così relegato ai margini, da una società per bene.
Quella società che il regista David Linch, ha così ben descritto nel serial Tv diventato un cult I Segreti di Twin Peach, liberamente tratto dal romanzo tradotto anche in film I Peccatori di Peyton Place dove si narrano le vicende di una città di provincia che nasconde marciume dietro una facciata pulita e imbiancata.

Con Elephant Men il regista aveva trattato questo “perbenismo” a fare da contorno ad una figura di uomo deforme il quale, dalla paura di essere ancora più beffeggiato e malmenato, nascondeva i propri sentimenti di rara sensibilità e poesia che riusciva ad esternare soltanto con quelli che dimostravano di interessarsi sinceramente a lui come persona. Persone che non ragionano a livello di animale rispecchiandosi in quello che deridono, ma in quella di uomo che considerano loro pari. L'uomo “riconosce” l'uomo con il quale socializzare o amare, la bestia riconosce  chi lo può dominare adorandolo come un Dio, v. ad esempio il Dio Bue di Biblica memoria, tradotto in Dio Denaro da Wall Street.

E fu così che la memoria pachidermica fu legata dall'autore (dal quale è stato tratto un romanzo e il film omonimo) alla deformità di Elephant Men facendo un parallelo con la Shoah. Più che l'autore ad incuriosire è comunque il nuovo interprete di questo personaggio perchè sta calando le scene di Broadway con l'omonima versione teatrale dove a calzare il ruolo  è nientemeno che Bradley Cooper, vincitore Oscar per il Lato Positivo. Una scelta difficile che ha lasciato perplessi tutto i suoi fans che lo hanno amato al cinema come gagliardo sex symbol, ma che a lui non può che rendergli onore per il coraggio di una scelta poco popolare, comunque apprezzata da un pubblico di élite come quella del Teatro.  Ad affiancarlo infatti ci sono professionisti del cinema come Patricia Clarckson (Basta Che funzioni, Dog Ville) che si è sempre distinta in ruoli di caratterista, quelli notoriamente più difficili nel dare vita a personaggi minori, ma non per questo ritenuti tali.

https://www.youtube.com/watch?v=pDXIqoGvdFs

Insomma una bella prova per Bradley Cooper che così si sfila dallo star system Hollywoodiano e dalla partner Jennifer Lawrence alla quale era stato assegnato per fare coppia d’eccellenza del cinema, senza troppa convinzione da parte di entrambi visto i risultati dell'ultimo flop Il Fuoco della Passione.

Con una stagione teatrale da Elephant Men  se Bradley Cooper  riuscirà sicuramente a mantenere viva la memoria della Shoah, la farà perdere dal suo Mercoledì da Leoni e alle Cento da Pecore dei suoi fans che hanno preso le distanze dal personaggio disabile avendo perso in bellezza ed appeal rappresentato anche da quel filo di barba tanto alla moda e che lo rendeva tanto bbono.  Quando si dice che il buonismo è peloso!

CABARET PER EMMA STONE A BROADWAY DOPO LA VEGGENTE TASCABILE



Il cinema dai tempi del muto ha sempre preferito attrici piccole perchè lo schermo ingigantisce sia nella forma che in altezza.Vivien Leight, Marilyn Monroe, Elizabeth Taylor erano tutte grandi star che viste da vicino non superavano il metro e settanta di altezza. Tutto era concentrato nei primi piani che dovevano trasmettere emozioni mentre la sinuosità del corpo fremente doveva ondeggiare con molto sex appeal che perfino il grissino Audrey Hepburn riusciva ad esternare. Le “piccolette” ma non piccole hanno fatto la storia del cinema perchè considerate più vivaci e pepate mentre le altissime in formato top model faticavano ad imporsi perchè non era ancora arrivato il red carpet ad esaltar la loro bellezza nelle sfilate.

Le quali hanno portato alla ribalta le varie Julia Roberts, Nicole Kidman e Sigourney Weaver che altrimenti restava a culo secco di attrice in carriera. Culo secco del quale erano dotate anche Nicole e Julia così come hanno evidenziato in biancheria intima con mutandine di cotone e canotta da maschiette rispettivamente in Alien per la Weaver ed Eyes Wide Shute per la Kidman e con la lingerie in due pezzi con stivaloni a coscia lunga della Roberts in Pretty Woman. Alte allampanate e dinoccolate le attrici modelle hanno imperversato negli anni novanta per poi tornare a ridimensionarsi ai giorni nostri. Infatti autori e registi importanti si sentono ispirati da muse piccolette alle quali hanno fatto come si suol dire “ponti d'oro” come le quattro di sex and The City, tutte o quasi le attrici di Woody Allen che dopo Mia Farrow si diverte a massacrarle affidando ruoli di biondine rompicazzi.

Sì ma di successo.Tranne Mia Farrow che dopo Woody ha chiuso la carriera, tutte le attrici di questo regista hanno lievitato alcune coronando in Oscar una carriera già avviata, come per esempio Cate Blanchet in Blue Jasmine, altre iniziando una nuova fase di intellettual-chic come, prima fra tutte, Diane Keaton e poi a seguire Scarlett Johansson, Naomi Watts, Rachel Mc Adams, facendo dimenticare Julia Roberts in Tutti Dicono J love you.
L'ultima musa ispiratrice è Emma Stone la venere rossa in formato tascabile lanciata con Ganster Squad dalla quale è stata catapultata nello star system da Woody con il suo ultimo film, ora nelle sale, Magic in The Moonlight alla quale ha affidato un ruolo stranito con il quale il regista ci ha marciato spesso dentro trattandolo in molti dei suoi film dove magia, tarocchi e oroscopi ammantavano di aureola satanica le sue muse fino ad approdare a  quella chiaroveggenza del tavolin che balla, con cui Piero Angela aveva esordito con il suo Quarck nella Tv in bianco e nero per demolirla scientificamente.
Niente da fare, c'è sempre l'allocco che ci casca se di allocco si può parlare di qualcuno che vorrebbe mettersi in contatto con qualche caro passato a miglior vita anche se nella Bibbia sta scritto a mezzo dei Profeti che i morti si risveglieranno dal lungo sonno al momento del giudizio Universale. Come Dio vorrà.


Alzi la mano chi non subisce o non ha mai subito invece il fascino della chiaroveggenza. Colin Firth per esempio, pur essendo anche lui prestigiatore in questo film di Woody Allen, ne rimane vittima fino a quando non smaschererà la veggente famosa (perchè le sue gesta hanno fatto eco) Emma Stone innamorandosi perdutamente della sua bellezza scaltra e truffaldina. Chi si somiglia si piglia? Non è detto.
Infatti Emma Stone sentendosi attrice ormai completa ma non arrivata, giustamente, si vuole cimentare con il Teatro, ormai tappa d'obbligo di molti attori non solo Hollywoodiani, per raccogliere applausi live che sono poi quelli che danno l'ebbrezza mandando l'adrenalina alle stelle. Niente di meglio allora di un musical sulle orme di Liza Minnelli in Cabaret, indimenticata per il leit motiv “money money money”, alla quale la Emma Stone purtroppo  non è ancora degna nemmeno di baciar dove cammina. Ma provare non costa nulla: tacchi a spillo, mezze calzette e fai un giro a Broadway. Molto Pretty.

https://www.youtube.com/watch?v=hER13XeQVgs

sabato 17 gennaio 2015

JESUS CHRIST IN TARALUCCI E VINO







Jesus Christ Superstar, il film musical anni 70 l'avevo visto all'Astra.
Allora era sempre gremito come cinema d'essai nel quale proiettavano film soprattutto americani sulla Guerra del Vietnam, sulle rivoluzioni universitarie come Fragole e Sangue e su tutto quanto correlato alla new age ed al motto mettete dei fiori nei vostri cannoni, fate l'amore e non la guerra.
Il musical, così come Acquario era la classica americanata per cui aveva avuto molto successo sprizzando energia e buoni sentimenti di un mondo buono: quello cristiano, Cattolico in primis.

Tanto buono e generoso che alla fine finiva in taralucci e vino con Giuda in prima fila ad intonare, dopo averlo fatto mettere in Croce, Jesus Christ Superstar.
Cosicchè il mondo dei Taralucci è ancora vivo e vegeto a perpetrare la favola del Mulino Bianco, con la farina dei campi di grano un sacco buona.
Jesus Christ Superstar è sbarcato al Teatro Regio di Parma nelle serate 8 e 9 gennaio con un tutto esaurito che ha applaudito con entusiasmo la performance ritrovando sul palco l'interprete originale Ted Neeley invecchiato e ripiegato su se stesso ancora nei panni di Jesus la cui voce da possente ed energica si è un filo in debolita tremolando negli acuti. Ciononostante è stato emozionante rivederlo dal vivo ricordando quel memorabile duetto con la Maddalena (Ivonne Elliman, in questo musical interpretata da Gloria Miele) mentre gli lavava i piedi e lo copriva di unguento accarenzzandolo sul viso con in sottofondo il Giuda (l'attore di colore Carl Anderson) roso nell'animo dalla gelosia che diventava terreno fertile per far germogliare il seme dell'odio e del tradimento. Come a dire che cherchez la femme vale anche per il Vangelo in un mix tra sacro e profano perfettamente assimilato dalla nostra attuale cultura civilizzata.


 Il  musical con la regia di Massimo Romeo Piparo è andato oltre: pur rispettando i testi sacri con i versetti in digitale, ha rappresentato alcuni personaggi in maniera caricaturale, con un Erode (Salvador Axel Torrisi) oscenamente in perizoma a far da capocomico a un gruppo di burattini della commedia dell'arte con Pinocchio in prima fila. Buffoni.
Buffone Erode, sbruffone Ponzio Pilato, Tenebroso il Gran Sacerdote Inquisitore Caifa (Francesco Mastroianni) il tocco di italianità lo hanno completato l'ensemble di cantanti e ballerini con coreografie attuali a scatti e a passi da robot dei video-clips,

Tutti giovani italiani molto bravi, purtroppo a statura piccola e un filo rotondetti fra i quali è stato facile spiccare, galvanizzando la platea, il Giuda di colore interpretato da Feysal Bonciani fiorentino di origini somale, strepitoso mattatore che ha ravvivato lo spettacolo aprendo un happening partendo dal Foyer del Regio mandando il pubblico in delirio con applausi scroscianti.
Spettacolo molto bello ed entusiasmante che comunque curiosamente è uscito in concomitanza dell'attentato in Francia al Charlie Egdo che mette inevitabilmente a confronto l'integralismo religioso Islamico e quello di una innovata Cristianità rivisitata e corretta. O scorretta? Questo è un punto sul quale sarebbe doveroso riflettere, prima che i posteri emettano sentenza. Inappellabile.