mercoledì 27 luglio 2016

BEJART BALLET LAUSANNE APRE PARMA ESTATE 2016




Dai primi passi che si muovono sul palco nel cortile della Pilotta a fare da cornice all'evento Parma Estate 2016,  si capisce subito la differenza fra le coreografie di Béjart e tutte le altre del balletto contemporaneo.
Quì ci troviamo di fronte alla Danza quella pura fatta di leggiadrìa grazia ed eleganza: i movimenti sono sinuosi delicati e sensuali che fanno pensare a quel versetto del Rinascimento di Lorenzo de' Medici “Quant' è bella giovinezza he si fugge tuttavia chi vuol esser lieto sia di doman non c'è certezza. Magnificat!
Con Suite Barocco infatti si viene catapultati in una lode rinascimentale a tutta festa nella quali si tuffano i fanciulli al canto degli uccellini mixato agli acuti dei cantori in sottofondo in un ritmo piroettante dinamico saltellante allegro immerso in una felicità da sogno impossibile da vivere nella realtà.


I danzatori si muovono in assolo, in gruppo con movimenti in sincrono scanditi dai gorgheggi impregnati di sensualità gioiosa che mette il frizzo a tutti gli spettatori. Fanciulle in fiore, giovinetti imberbi girotondi e salti in alto fanno un affresco rinascimentale che si immagina immerso in una natura perchè in origine la coreografia era stata creata da Bejart per accompagnare una sfilata di Versace ai Giardini di Boboli di Firenze, quando la moda del made in Italy si stava imponendo in tutto il mondo.
Le performance continuano con Etude pour Dame aux Camelia in un assolo struggente e romantico ad accompagnare l'agonia di Margherite Gautier di Dumas tradotto in Violetta nella Traviata di Giuseppe Verdi.

Molto curioso e pittoresco il balletto Bhakti dedicato agli dei Shakti e Shiva traducendo la danza  indiana in movenze occidentali pur mantenendo intatta la mimica esotica delle braccia e gambe rigidamente piegate su un corpo che invece svita sensualmente al ritmo indiano tradizionale: Tac tac tachetac-tacchita-chetacchetì..
A seguire Improptu le coreografie si compongono secondo l'arte di Béjart, sinuosamente elegante e raffinata con i giovani danzatori che fanno figure classiche del balletto contemporaneo. Infine l'attesissimo Bolero che anche se ormai conosciutissimo da tutti avvince sempre come la prima volta con il suo ritmo incalzante in un rituale di amore e morte con la vittima che danza sul tavolo eccitando tutti i danzatori intorno che voracemente si vorrebbero cibare di lui o di lei: mors tua vita mia a scandire il ciclo  della vita degli animali prede e predatori. Questa sensualità vorace e cannibalesca contrasta con la finezza spirituale  di tutte le altre coreografie di Béjart Ballet Lausanne a delineare la personalità di un artista fuori dal comune che ha lasciato una ricca eredità sulla quale danzare di rendita, e fra questi un suo allievo seguace come il direttore artistico Gil Roman che ha firmato questa performance traducendo fedelmente lo spirito del maestro.
Applausi entusiastici alla fine con tanti bum bum cadenzati con i piedi perchè il ritmo del Bolero risuonava ancora nella testa.



GIULIETTA E ROMEO A SARAJEVO


Giulietta e Romeo è stata tradotta in tanti contesti, basta che ci siano due giovani che si amano con parenti e affini che li contestano che scatta subito il mito quando l'amore trionfa con la morte dei due.
Chissà quanti giovani innamorati sono morti sotto le macerie del Bataclan, o di qualche attentato terrorista perpetrato in qualche parte del mondo che sono poi passati innosservati senza alcun clamore.
La storia di Giulietta e Romeo è ancora viva ai giorni nostri perchè gli amanti di Verona sono rimasti vittime della sfortuna anche per le comunicazioni inefficienti. Forse ai tempi dei telefonini la tragedia non si sarebbe consumata ma tradotta in semplice fuitina, con Giulietta che rimane incinta per cui Montecchi e Capuleti sono costretti ad accettare il matrimonio riparatore già celebrato in gran segreto.

La storia di Shakespeare è avvincente perchè c'è tutto un contesto e un'ambientazione che fanno da contorno all'amore puro di due giovani adolescenti che intenerisce i cuori anche più duri perchè scelgono di morire per riunirsi nell'eternità.
Giulietta e Romeo scelgono ed è per questa loro libertà che sono immortali  affascinando tante generazioni di giovani.
Ma la Compagnia Junior Balletto di Toscana ha messo in scena l'ennesima versione di Giulietta e Romeo rivisitata in un contesto religioso: lei musulmana e lui serbo che vivono un amore contrastato dalle famiglie in difesa delle proprie tradizioni culturali e religiose.
Giulietta è sempre in bilico tra velo e non velo che vorrebbe togliersi definitivamente per vivere all'occidentale con il suo Romeo che per primo la spoglia di tutti i veli che coprono una giovane fanciulla musulmana: la veste il velo sulla testa e la verginità. Niente e così sia. Neanche fosse una delle casalinghe del nord est che per prime hanno posato in calendario senza velo afidando il cattolicissimo Veneto. Ma un conto è la religione cristiana che tutto perdona, un altro è quella musulmana sempre pronta alla vendetta per mano della Jihad.

Così i due giovani in fuga da Sarajevo sono freddati da un cecchino senza che abbiano scelto di morire. E se il cecchino ha mirato giusto è il balletto che fa cilecca perchè toglie tutto il pathos alla tragedia Shakespeariana con la morte dei due amanti che è solo un fatto casuale.
Per tradurre Giulietta e Romeo in salsa musulmana ci voleva uno sforzo in più e per fare del balletto una performances memorabile ce ne voleva un'altro rappresentato da un minimo di scenografia onde evitare il saggio ginnico di danza contemporanea.
I ballerini sono tutti molto bravi e la performance che rimane impressa è la scena d'amore di Giulietta e Romeo, eseguita  con le nudità arrotolate nel lenzuolo in un vedo-non-vedo molto erotico ma elegante come se fosse avvolta in un pudore verginale del quale riesce a liberarsi solo ad atto compiuto, sì ma d'amore e di morte così come le lenzuola evocano come una sorte di sudario. Un flash molto azzeccato che è riuscito ad elevare tutto il balletto  a un livello ricercato e originale grazie alla direzione artistica di Cristina Bozzolini.

Lo spettacolo è stato molto applaudito ed apprezzato perchè effettivamente eseguito con tecnica perfetta sorprendente per tanti ragazzi giovani. Tutto molto bello tranne la traduzione che non ha centrato lo spirito di amore puro e sensuale dei due amanti nella tragedia soli contro tutti, focalizzando  il tema in un contesto di guerra di religioni che di vittime ne ha fatte milioni, anche tutti insieme in soluzione finale.
Romeo e Giulietta sono gli amanti di Verona quelli immortali. Il resto è solo un tentativo di imitazione a “risonanza magnetica” spesso a sproposito e riuscito male per cui si ribadisce il concetto espresso lo scorso anno con le opere tradotte in balletto che hanno deluso perchè non attinenti né all'opera, anche se cantata in sottofondo, né al balletto classico in un pasticcio che voleva solo essere di grande effetto.
Il balletto Junior di Toscana ha chiuso l'evento Parma Danza 2016 che nel complesso è stato soddisfacente per tutti spaziando dal classico al contemporaneo con perfornances di buon livello.

ROBERTO BOLLE AND FRIENDS IN TOUR 2016



Roberto Bolle continua a raccogliere grandi consensi e successi perchè è il più bel ballerino sulla scena della danza classica coniugando perfettamentre la bellezza scultorea di un danzatore di colore alla tecnica di grande slancio di un Rudolf Neureyev il più grande di tutti i tempi.

Lui è sicuramente il più bello. Per questo ad ogni apparizione fa fremere le platee che alla fine esultano con un tripudio di fiori lanciati a scena aperta dai palchi. Wow wow wow il pubblico va sempre in delirio e lui ringrazia con una mano sul cuore.
E un occhio al portafoglio questa va detto perchè ormai si affida a delle produzioni che ne curano il tour raccogliendo  sponsor così come si fa con le star del rock internazionali in un pragmatismo molto americano della scuola American Ballet Theatre di Nev York  mixato ad arte di classico rigore di quella del Teatro alla Scala di Milano.


Asse Milano New York è sinonimo di grande energia creativa e produttiva ad offrire un prodotto d'eccellenza. E Roberto Bolle ce lo offre sempre più ricco e nuovo raggiungendo come in questa ultima edizione del Viaggio Nella Bellezza il clou per gli effetti speciali tecnologicamente accattivanti e la scelta di grandi artisti di prim'ordine ad affiancarlo nelle sue performances.
Le quali restano quelle di maggior richiamo anche perchè lui è quello che maggiormente ha acquisito più esperienza negli anni come ballerino avendo iniziato giovanissimo e ora in età matura.
La maturità lo ha forgiato dando anima a quella statua greca degli esordi, sempre perfetta in ogni performances ma più fredda e distaccata come se si fosse concentrato nella tecnica perfetta piuttosto che in quella umana.
Molto importante è stato sicuramente l'incontro con Ronald Petit perchè in questo spettacolo lo ripropone a curare la coreografia tratta da Prost, ou les intermittences du Coeur nel quale Bolle si è manifestato in tutta la sua intensità danzando in coppia con Timofej Andrjashenko (dal Teatro alla Scala).


Il duetto è stato il migliore in assoluto nel quale Roberto Bolle ha finalmente liberato tutto il suo eros compresso in una sorta di corteggiamento arrogante verso un giovane vittima (consenziente) del suo fascino di maschio dominante che si è tolto la maschera del principe delle favole. Il pubblico ha apprezzato particolarmente questa esibizione rispondendo con entusiasmo.


Infatti nel duetto Romeo e Giulietta con la dolce e soave Melissa Hamilton il suo pas de deux è stato più didattico, molto tecnico e puntigliosamente vicino al romantico Romeo ma emozionalmente poco partecipativo perchè ha lasciato il pubblico abbastanza indifferente anche se il Romeo e Giulietta era il più atteso.
Ma Roberto Bolle ha sorpreso come al solito nell'assolo aprendo lo spettacolo con un fondale in digitale sul quale si moltiplicavano le sue immagini-docu con le quali lui duettava in sincrono in una sorta di percorso della sua carriera. Questa tecnica l'avevamo già vista anni fa in trodotta da Michael Barishnicov il ballerino classico russo naturalizzato in America che per la prima volta abbiamo visto danzare mixando il classico al contemporaneo in calzoni giacca e camicia alternando le scarpe classiche a quelle sportive.
Anche Roberto si è cimentato in questa versione con Swing danzando scanzonato in calzoni e camicia bianca sulle musiche di Dean Martin insieme a Nicoletta Manni. Effetto stupefacente vedere Bolle in questo ballo americano ironico con una coreografia dinamica a ritmo rock di grande energia e comunicativa.


Bello bravissimo elegante ecclettico Roberto Bolle ha veramente entusiasmato anche con le performances di tutti gli altri suoi amici come Matthew Golding, Xander Parish (in un curioso assolo Ballet 101 ritmato da una voce in sottofondo a suggergli i passi) Dimitry Semionov Anna Tsygannkova (in Don Chisciotte con M.Golding) ed Elena Vostrotina nell'immancabile classico della Morte del Cigno.


Applausi scroscianti a tutti i ballerini sulla scena e in digitale sul fondale dove sono apparsi contemporaneamente in primo piano per sorrisi baci e abbracci in un Happy End all'americana. Un classico.

SVETLANA ZAKHAROVA OSSESSIONE CIGNO


Swan Lake Swan Lake Swan Lake. Il cigno è l'ossessione di ogni ballerina classica che volteggia sulle punte, possibilmente volando come nel finale di Billy Elliot, in alto come solo un uccello potrebbe fare.
Su questo punto la danza contemporanea ci ha lavorato sopra giocando sul fatto che il cigno è asessuato ovvero il maschio e la femmina che si fondono per incarnare una creatura molto vicina al divino.  Gesù nella Pietra filosofale rappresenta l'Androgine, ovvero la perfezione incarnata, intesa come sacrificio umano per volere del Padre Dio Onnipotente in un connubio sacrale di amore e morte. Perfetto.
Così il cigno è simbolo di perfezione animale che viene sdoppiato nel balletto classico nel trionfo dell'eros perchè a morire è l'amore del cigno bianco. Amore e morte. Perfetto.
Infatti la perfezione non è di questa terra per cui volendo cercare di volare senza le piume di un cigno, ma con le sole punte, si rischia di fare il salto della quaglia. In cucina si sa è abbinata sempre con il riso e Grand Marnier in un connubio delizioso e di rara delicatezza. Perfetto.
Non basta la statura alta per fare la ballerina eccelsa e nemmeno il tutto esaurito con un pubblico che accorre ricordando la ballerina fulgida che fu portando in scena la sua morte del Cigno. Una visione divina perchè solo il corpo longilineo e snodato di Svetlana Zakharova aveva saputo interpretare il cigno nell'ultimo respiro, con quel reclinare del capo che si chiudeva in sé facendo le ultime battute d'ali per poi spegnersi piano piano fino a formare tra il tutu' e le piume un batuffolo senza vita come un fiocco  che si perde nella neve. Perfetta in un connubio fra tecnica impeccabile e recitazione sublime che commuoveva il pubblico mandandolo in delirio.
Indimenticata Svetlana che si è riproposta con Amore accompagnata da musiche classiche importanti come Chaijckovsky per Francesca da Rimini, Bach per Rain Before It Falls e Mozart per Strokes Through The Tail e le coreografie rispettivamente di Yuri Possokhev, Patrick De Bana e Marguerite Donlon. Un trittico di danza contemporanea eseguito sulle ali coreografiche del classico  SwanLake  in un mixage di vari balletti.

Infatti in Francesca da Rimini tra lei e Paolo il terzo incluso sembra l'Uccello di fuoco che molesta la coppia di amanti fino a quando non li ucciderà con un accenno delle Rinni dei classici Greci che vengono a prelevare l'assassino (citazione anche dal film Ghost) mentre nel secondo Rain Before It  Falls Svetlana Zakharova seduta su una sorta di banco di scuola insegna a tenere schiena e testa dritta sul collo e non reclinata come quella di un cigno (la sua deformazione professionale). Nel terzo balletto Strokes Thrugh The Tail la citazione al Swan Lake di Matthew Bourne è quella più accattivante perchè piena di ironia beffarda anche se molto distaccata e ascettica da parte di Svetlana Zakharova per non perdere quell'aura divina di vestale della danza classica anche in un contesto di parodia del cigno maschio a rimarcare che solo le ballerine femmine possono essere prime donne della scena del Swan Lake.
Discorsi complicati che il pubblico non recepisce chiedendosi perchè Svetlana abbia smesso di rappresentare il Lago dei Cigni accontentandosi di farsi vedere su You Tube.


Allestire un balletto classico con scenografie e costumi è sempre molto costoso per cui si ricorre a questi Galà come una sorta di escamotage per continuare ad esserci e per non far morire il balletto classico il quale sta attraversando una fase di Canto del Cigno.


Solo così si spiega Amore  di Svetlana Zakharova in una sorta di messaggio subliminale nel nobile tentativo di riportare la danza conmporanea sulle basi del balletto classico. Impossible mission perchè ormai la danza contemporanea è tutta un'altra musica, molto più ritmata e a tambur o batteria battente, basata sulla ginnastica atletica da palestra, piuttosto che esercizi alla sbarra per cui il tentativo non convince del tutto. Se con Revelation aveva preso un'altra strada fuori dal classico doveva avere il coraggio di continuare a sperimentare su quella linea senza continuare in quella ossessiva di Swan Lake ad effetto più modesto e in una sorta di nostalgia canaglia, condivisa anche dal pubblico immedesimatosi nel commovente revival.  Perfettamente.