domenica 30 ottobre 2016

ALVIN AILEY AMERICAN DANCE THEATER NUOVO TOUR DA NOVEMBRE

Parma Danza è un appuntamento sempre molto atteso avendo riscosso un grandissimo successo fin dalle prime stagioni.
Fra tutte le performances quelle che mi sono rimaste impresse per originalità non avendole mai viste prima di allora sono il Balletto della Cina in una sorta di parata militare alla Tien.an-Men in mix con le parate della Grande Armata Russa danzata sulle note dei canti popolari cinesi fra sventolio di bandiere e fucili spianati dei maschi alternati al roteare delle maniche a farfalla delle ballerine in classico cinese e in divisa da soldatresse.























Uno spettacolo piroettante fra coreografie a tuoni e fulmini e saette con uno scroscio di acqua stupefacente. Bellissimo spettacolo che la seconda performance, arrivata alcuni anni dopo, con Lanterne Rosse non ha saputo ripetere.









L'altro è stato quello di Alvin Aley American Dance Theater molto colorato e folcroristico con ballerini tutti di colore che hanno scaldato il cuore fra soul blues e jazz in danze tradizionali con riferimenti alla schiavitù e alla raccolta di cotone e contemporanee molto ritmate e sensuali. Sarebbe molto interessante poterlo rivedere a Parma. Ad ogni modo il prossimo tour di questo corpo di ballo è fissato per il
Nov 30-Dec 31 at New York City Center. 

IL TROVATORE AI MINIMI COSTI

 Alla prima del Trovatore al Teatro Regio di Parma Sabato 21 ottobre 2016 molti fischi all'allestimento e applausi al cast.
Giustamente perchè nel libretto si legge a chiare lettere: Scena prima “Atrio del Palazzo dell'Aliateria; porta da un Lato che mette agli appartamento del Conte Luna.
Parte seconda: un dirupo abituro sulla falda di un monte della Biscaglia; nel fondo, arde un grande fuoco.Scena Seconda: Giardini del Palazzo sulla destra marmorea scalinata che mette agli appartamenti..”
Niente di tutto questo: scenografie lugubri minimalissime con qualche panca a scalinata e fasci di luce alternati a fari e ventilatore con aria che butta foglietti svolazzanti sul palco ad effetto foglie morte o vampata di fuoco nel secondo tempo (come nei teatrini scolastici quando le fiamme si fanno volare con sottili foglietti e la luce rossa alla base). Ma tant'è! E foco fu cantato alla perfezione da salvare tutta l'opera.
Di quella pira l’orrendo foco
tutte le fibre m’arse, avvampò!
Empi, spegnetela, o ch’io fra poco

col sangue vostro la spegnerò!

Siamo quasi alla fine quando la tragedia si sta consumando con i protagonisti che si accingono a modificare la posizione delle panche a scalinata dalle cui fessure escono fuori dei personaggi come una sorta di zombi.
Qualche fiaccola accesa qua e là e vestiti total-black per le donne alcune anche total-velate all'inizio scena. Il Burqa ci mancava all'opera alternato ad abiti monacali bianco e nero.
Gli uomini in cappotto grigio militare della Stella Rossa Bolscevica con sciarpe rosse a cappio e il coro alla fine per gli applausi  uscito elegante in bianco e nero: bianco con papalina in testa per le donne e tuniche scure per gli uomini come se fosse il coro del Nabucco in versione Shoah (in scena nelle stagioni liriche passate).


Così gli applausi finali si sono mescolati ai fischi con qualche commento in sala uno dei quali abbastanza pesante: Parmigiani Cretini.

Questa sera con il Trovatore si è capito perchè sono arrivati  i soldi al Festival Verdi: qualcuno ha avuto pietà dopo aver visto le prove generali mercoledì scorso.
Affermare che sono già nel piatto è troppo presto per dirlo ma non per prenderlo a   fatto compiuto come quando si vende la pelle dell'orso prima ancora di averlo ucciso.
Ma tant'è! Tanto per cominciare con il Verdi Off si è già cominciato a spendere, al Ponte Nord in una location tutta da valorizzare in nome dei festeggiamenti Verdiani, con una cena “elegante” solo per pochi intimi (circa 200)  mentre i Parmigiani sono stati a guardare a bocca aperta in strada davanti alle finestre del Teatro Regio per sentire le prove dei cantanti prima di entrare in scena. Perchè volevate  entrare anche voi al Teatro Regio? I loggionisti bastano e avanzano. Al Farnese per la Giovanna D'Arco sono spariti.
Verdi si festeggia anche senza di loro. Verdi Off  come idea geniale di eleganza e lusso mentre il Trovatore di Giuseppe Verdi incarta e porta a casa fischi e buu per un allestimento ai minimi costi in attesa che i soldi arrivino a palate. Se arrivano.Evabbè: a morire e pagare si fa sempre in tempo. Zum-pappa-zum-pappa-zum-pappa...


GIOVANNA D'ARCO AL FARNESE

 Che idea bizzarra rappresentare l'opera Giovanna D'Arco al Teatro Farnese, ma anche in replica Sabato 15 Ottobre era tutto esaurito.
Troppo bella e affascinante la cornice nella quale si respira cultura dal primo quadro all'ultimo della Galleria Nazionale per poi restare a bocca aperta quando si entra in questo meraviglioso teatro cinquecentesco tutto in legno con una grande gradinata e le arcate, i matronei come venivano chiamato allora,  intorno al palcoscenico.
Il quale era a forma di cerchio posizionato a destra con l'orchestra a sinistra ed il coro sparso fra le gradinate in basso alle arcate a colonnina.

Se il Teatro in sé fa già da eccellente scenografia ricorrere al digitale è stata un'idea brillante  sorprendendo fin dalle prime luci che si sono innalzate (digitalmente) a suon di musica per delineare lo scenario naturale facendo scintillio.
 Che idea bizzarra e il pubblico ha applaudito incantato insieme all'entrata dei protagonisti in un accenno di spogliarello in pista, in mancanza delle quinte, di Giovanna D'Arco nel traformarsi da contadinella a guerriera.
Niente retroscena ma tutto alla luce del digitale che si è sbizzarrito in caleidoscopico aprendo e chiudendo tutte le icone della Galleria che facevano capolino fra le arcate per poi soffermarsi in una immagine Gif di giovane fanciulla che apriva e chiudeva gli occhi a mandorla la quale  sollecitava una riflessione sul dubbio che la Pulzella d'Orleans fosse una santa o una pazza.

Certo che fosse afflitta dalla sindrome down ci mancava  e così al Farnese abbiamo avuto una risposta alla domanda: ma la Giovanna d'Arco era come la bambinetta-simildown a fascia in testa dello spot Ikea (sponsor occulto?) anche se a costruire il Farnese molto probabilmente è stato usato il legname dei Boschi di Corniglio?Ahi ahi ahi. Chi di legname ferisce di legname perisce proprio come la frana di Corniglio nel parmense.
Infatti Giovanna D'Arco si è trascinata fino all'ultima sequenza senza un minimo sussulto perchè troppo monorde nell'unico colore del bianco a spiccare dal contesto antico. Come a dire che al Farnese sia stata data una manata di bianco per togliergli la polvere secolare. Difficile non notarla ma per stupire facendo opera innovatrice ci voleva una sfilata total withe in una cornice digitale?
Dopo che Bolle è andato in Tv a ballare con la Raffaele tutto è concesso anche per i teatri d'opera ma il Farnese non è nato come tempio della Lirica ma della prosa quindi più adatto ai testi di Molière che non a quello di Verdi. Un'operazione bizzarra che sembra più che altro abbia voluto far rivivere un Museo quasi dimenticato dagli Itinerari turistici composto esclusivamente da gite degli anziani che non vedono l'ora di andare a mangiare i tortelli piuttosto che a fare puntatine ai Musei (tra l'altro non sempre aperti per mancanza di personale).

Una scena poco piacevole che comunque dispiace sempre vedere in queste occasioni (così come in Pilotta dietro al palco transennato ) è stata la lunga fila degli spettatori fra la Galleria dei quadri, davanti ad una porticina come se dietro ci fosse l'opera pittorica più preziosa da andare a scoprire facendo restare basiti dopo aver chiesto: “Cosa c'è qui dietro di tanto interessante?” La toilette. Dong!!!
Al Teatro Regio quel che è del Regio, diciamolo perchè un Teatro ha bisogno dei camerini per gli attori e le toilettes possibilmente non in bellavista fra le antichità. E sopratutto l'acustica al Regio non lascia a desiderare avvolgendo anche lo sguardo dello spettatore fino all'ultima fila della platea e dei palchi dove sono gli spettatori a far la differenza (di prezzo) ma non l'opera perchè arriva a tutti indistintamente. A vedere Giovanna D'Arco occorreva il binoccolo ma non si usa più e il digitale quando si usa riproduce la scena in grande invece di andare come in questa tragedia per conto suo in una sorta di spettacolo nello spettacolo facendo distrarre gli spettatori dall'opera. Che invece raggiunge sempre l'apoteosi con gli allestimenti della tradizione. Nel loro Tempio della musica operistica perchè altrimenti lìOpera si traduce in un puro e semplice concerto.

Ad ogni modo, applausi per tutti dalla prima fila all'ultima. Certo sarebbe stato interessante se ci fosse stato anche il loggione, a far la differenza insieme al folclore tra l'altro citato puntualmente dalle guide turistiche davanti al Regio come parte importante della storia di Parma dove più che il Ranuci potè  Maria Luigia. La duchesà ad Perma.

DON CARLO NEI GIARDINI DI MARMO


Quando il bel canto si associa a una grande coreografia lo spettacolo diventa fantastico anche se il look è cimiteriale.


Ma il lutto si addice a una tragedia come il Don Carlo rappresentato al Teatro Regio ad aprire il Festival Verdi 2016 con grande partecipazione ed affluenza di pubblico entusiasta fin dalla prima scena con un fondale di marmo come pietra sepolclare dei resti di Don Carlos Imperatore con il quale decolla l'opera di Giuseppe Verdi per dipanare una storia tragica di intrecci amorosi, tradimenti frustranti, passioni represse, frantindimenti gelosie vendette perpretrate dal Re di Spagna Filippo (Michele Pertusi) avvalendosi del contributo del Grande Inquisitore per essere assolto dall'omicidio eventuale del figlio Don Carlo (Josè Bros) come dissidente ma in realtà temuto quale innamorato della sua consorte, la Regina Elisabetta di Valois (Maria Josè Siri)


 La quale ricambia un sentimento puro verso il figliastro perchè a lui era già stata a suo tempo  promessa in sposa dal di lui padre prima che questi se ne invaghisse pretendola per sé.


Tradimenti incrociati di padre in figlio e giuramenti di devozione da parte di amici fraterni (Don Rodrigo in primis Vladimir Stoyanov)) e serve fedeli verso il capo indiscusso riconosciuto nel primogenito, sono l'occasione per comporre duetti fra tenore e baritono, soprano e mezzo soprano come in un classico delle opere di Verdi nelle quali il Coro del Teatro Regio di Parma diretto dal Maestro Martino Foggiani con l'Orchestra Filarmonica Arturo Toscanini di Parma diretta da Daniel Oren è parte integrante e qualche volta anche primeggiante perchè l'apparizione in scena  con la musica e le voci roboanti fanno vibrare gli spettatori coinvolgendoli a livello fisico oltre che cerebrale specie quando il fondale di marmo a muro ad incastro si è aperto per fare entrare la plebe che si è riversata sul palco come una fiumana ad innalzare le armi per fare resistenza o per assistere alla  terribile processione dei torturati alla gogna

Una scena di grande impatto horror  diventato stupefaciente con i bagliori delle fiamme che in sottofondo (foto di Roberto Ricci) si innalzavano al cielo. Un cielo blu che appariva sereno fra muri di siepi ad evocare i giardini di Fontainbleu innalzate per fare da cornice ai duetti tra gli sposi o i due innamorati suscitando gran pena per la loro unione impossibile.
E sopratutto innocente perchè mai consumata e proprio per questo destinata a tenere sempre viva quella scintilla accesa al primo sguardo, non a faccia a faccia ma quando lei lo vede raffigurato nel ritratto che lui le dona. Strano amore che comunque infiamma di gelosia lo sposo legittimo il quale non ha pace fino a quando non li scopre a dirsi addio per sempre. E per sempre sia perchè il Re irrompe fra i due urlando vendetta per entrambi: un urlo lacerante che fa squarciare la pietra tombale per far apparire una sorta di fantasma del vecchio Imperatore Carlos V per portare con sé il nipote nella tomba lasciando annichiliti tutti quanti pro bono pacis.
Grandi applausi per tutti i protagonisti e l'autore dell'allestimento il regista Cesare Lievi con la collaborazione di Maurizio Balò per scene e costumi e Andrea Borelli per le luci che hanno raggiunto il clou in una pioggia di bolle di sapone illuminate come fossero stelle cadenti.. Un esnsemble di rigore e fantasia che ha reso magico lo spettacolo.

mercoledì 26 ottobre 2016

SUNSET BOULEVARD a Broadway con Glenn Close

Per la seconda volta consecutiva, dopo il grande successo a Londra, torna a Broadway Glenn Close nei panni di Norma la protagonista di Viale del Tramonto che in questi giorni è sbarcato a Hollywood.T

"The rumors were true and Andrew Lloyd Webber will equal Rodgers and Hammerstein's record when he has four shows running concurrently on Broadway early next year. Glenn Close is set to reprise her Tony-winning performance in the composer's Tony-winning Sunset Boulevard at the Palace Theatre from February 2, 2017. Directed by Lonny Price, tickets are now available for the English National Opera's rapturously received revival, which will have an orchestra of 40 and play a limited 16-week engagement. Opening night is scheduled for February 9.

Personaggi e interpreti :
Norma Desmond
Joe Gills
Max Von Mayerling
Betty Schaefer
Artie Green
Cecil B. De Mille


Il ruolo di Norma Desmond 
era stato interpretato con grande successo da Gloria Swanson al Cinema con due registi importanti come Erich von Stroheim nei panni del maggiordomo (ex marito) Max von Mayerling e Cecil B.De Mille in quello di sè stesso.


Glenn Close ormai lavora a pieno ritmo a Teatro, ultimo baluardo delle grandi attrici che non trovano più ruoli su misura sul grande schermo avendo già dato ampiamente come strega anche in giovane età come
indimenticata interprete di
Attrazione Fatale
La carica dei 101
Le relazioni pericolose.
Dopo una prova brillante ne' Il Grande Freddo, ha trionfato come fica-fredda nei panni di un legale di un assassino del quale si era innamorata con il film Doppio Taglio.
Infatti con un  taglio è stata in seguito penalizzata assai nel ruolo maschile di Albert Nobbs, e persino come vittima in Il Mistero Von Bulow, entrata in coma per una iniezione fatale del marito medico, nei flash back calzava un ruolo di donna terribile.

Per non parlare di La Casa degli Spiriti dove per sopravvivere si doveva innamorare di Meryl Streep per poi morire e rinascere come fantasma. Insomma non c'era pace al cinema per cui ha preferito calcare la scena dei teatri più prestigiosi del mondo da Londra a Brodway in musical.
L'Italia non mancherà di importare tale opera con un allestimento imbastito in quattro e quatr'otto come di solito fa ultimamente con tutti i musical perchè i cantanti cantano in Play Back facendo perdere il coinvolgimento emozionale dello spettacolo dal vivo.



domenica 9 ottobre 2016

ROBERTO BOLLE LA SUA DANZA LIBERA FRA TV E TEATRO

                     
         
Comincia alla grande Roberto Bolle facendo parodia con Virginia Raffaele di Carla Fracci e poi un balletto con la ballerina vera che gradisce l'omaggio passando ad una scena di Giulietta e Romeo con la prima ballerina dell'Alvin Theater di New York.

Il duetto di danza moderna non convince: Roberto Bolle e AnnaTsygankova non sono all'altezza del solista americano in un leit motiv a ritmo molto sensuale e sexy che andava danzato su queste note muovendosi sinuosamente invece che rigidamente a tecnica perfetta ma non di effetto sexy.
Non so chi abbia fatto questa coreografia ma sicuramente non è un americano o un Francese. Non ci siamo. E fuori uno.
Non sembre i ballerini grandi nel classico lo sono altrettanto con il moderno.La Tsygankova per esempio è stata strepitosa nel Don Chisciotte.
Meglio allora il duetto con Jovanotti più scanzonato e maschio.

Michela Ramazzotti e la Cortellesi fanno pena. Se l'intento di Bolle è far amare la danza da tutti con questo trio strampalato l'operazione è impossibile.
Alla compagnia si sggiunge Pandolfino per cogliere l'occasione di presentare il loro ultimo film di quelle due. Sì perchè Michela ormai viaggia sempre in coppia al femminile nel quale ha il ruolo della piccola. Fighetta in amore con la madama di turno. Non ci siamo. E fuori due tranne Elio che con il swing se la cava bene.
Il duetto con Alicia Amatrian (nella foto in Tour) invece è strepitoso: la coppia è bellissima e la sensualità evidentemente dipende tutto dalla ballerina che oltre ad essere tecnicamente perfetta nelle movenze aggiunge quel filo di sex appeal a rendere la performance accattivante da grande applauso.
Ecco che la coppia Bolle e Nicoletta Magni prima ballerina della Scala riprende con un ritmo swing già visto nel Gala di Roberto adn Friends un ritmo che è molto congeniale a questa ballerina  spiritosa  aggraziata e leggiadra più farfallina che femme fatale come Alicia.

Bolle non ha problemi è sempre sè stesso. Molto prince sia in classico che moderno.Bellissimo e possente ma dolce anche dal vivo
Immancabile l'appuntamento con Il Lago dei Cigni, lui è in calzamaglia color carne trasparente praicamente a nudo con perizona a vista pacco.Un classico per Bolle. Il pacco dico.
Che dire dellA DANZA In Tv? Piace sicuramnte ma manca la magia del Teatro dal vivo, con le coreografie seguite in religioso silenzio dal pubblico attento mentre in Tv è intervallato da presenze di conduttrici che non sono pertinenti con uno spettacolo di danza per cui lo distraggono anche se nulla si vuol togliere alla bellezza e simpatia di Luisa Ranieri e tutti gli altri ospiti.Piace invece la voce in sottofondo che recita i versi ad accompagnare l'inizio delle scene perchè non distrae dallo spettacolo accettuandone invece l'interesse. C'era bisogno di un cheek-to-cheek con la Ranieri? No. Ma Robbertoooo! Grida lei di gioia come fece la Sofia agli Oscar. E ci credo.
Ora è in scena il duetto al maschile già visto nel Tour Gala 2016  con le coreografie di Roland Petit che è quello che io avevo preferito in assoluto perchè Bolle si esprime al meglio anche a livello sentimentale.
Insomma c'è al massimo.