mercoledì 4 dicembre 2013

COMPLEXIONS DANZA, UNA DANZA OSSESSIVA

                                                          Parma Danza 2003
Danza Classica o moderna? Classica classica classica e soprattutto Europea.
Dopo la Cina-Danza, dopo Luciana Savignano e le musiche di Carmina Burana con l’orchestra e coro del Teatro Regio di Parma uno spettacolo nello spettacolo, dopo un Don Chisciotte che ha lasciato senza parole, ecco finalmente Complexions lo spettacolo di danza moderna, musiche di Gerswin, Prince, Steve Wonder, Annie Lennox e Under-ground.
Hip Hop… Hurra! Sì ma solo nell’ultima parte.
Chi si aspettava balletti stile Brodway con la regia di Bob Fosse o Rob Marshal ebbene si accontenti di averli visti al cinema.
Gli americani diciamolo sono sempre uguali, anche in guerra: grandi al cinema, un po’ meno nella realtà.
Precisi, professionali, artisti degli effetti speciali, geniali nelle missioni impossibili, al cinema danno il meglio, ma quando tocchi con mano…
Per esempio tutti gli spettacoli di danza sono iniziati puntualmente spaccando il minuto, alle ore 20,30.
Loro no, alla maniera napoletana, verso le 20,30 cioè alle 21.
Per non parlare degli intervalli: mezz’ora abbondante pur non dovendo cambiare scenografia (inesistente) o i costumi (boxer e canotte fino alla fine).
Quanto al balletto e ai ballerini, se i maschi avevano corpi scultorei con movenze che andavano dal fluido al felino in cui spiccava il carismatico Desmond Richardson (che ha partecipato al film Chicago), le ballerine erano un filo cicciottelle.
Che differenza fra i loro corpi e quelli della Savignano che, a 60 anni suonati, danza con un corpo perfetto da fanciulla in fiore. Divina!
Erano tutti molto bravi, per la verità e tecnicamente perfetti.
Un grande rispetto perché si capisce che dietro c’è un lungo lavoro di ricerca e mixage fra il classico e varie culture, in uno stile di danza fatto apposta per gli Americani che con decenni di incroci razziali hanno reso i corpi atletici, vigorosi muscolosi ed energici.
Ma tre ore di danza moderna, ovvero di esercizi ginnici non si guardano con lo stesso coinvolgimento di una danza classica come il Don Chisciotte.
E poi quella musica iniziale…terribile!
Un gnigo-gneo che proveniva dalle corde di un violino intervallato da un suono ossessivo che imitava le gocce d’acqua: toc…toc…sgnik… sgnik. Una tortura indisponenti verso tutto lo spettacolo.
Era meglio Chicago. Al cinema!


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