martedì 12 novembre 2013

MARIA CALLAS CASTA DIVA IN SVAROWSKY


Con la Tosca di Giacomo Puccini chiude la stagione Lirica 2009 del Teatro Regio di Parma
per poi finire all’evento Parma Danza nel mese di maggio.

E come non ricordare la versione della Tosca cantata da Maria Callas che viene ricordata anche per i preziosi gioielli con cui si adornava nei costumi di scena?.
Tutti diversi fra loro perché ogni volta se li faceva disegnare appositamente impreziositi dai mitici Svarowsky che abbiamo potuto ammirare anche in occasione di una mostra allestita proprio nel ridotto del Teatro Regio.
Bellissimi diademi, parure di collane e orecchini che aveva indossato oltre che per la Tosca anche per la Norma diVincenzo Bellini in tutti i teatri del mondo.
Per chi non ne fosse a conoscenza Maria Callas si era esibita anche a Parma, esattamente nel 1951, nel ruolo di Violetta della Traviata di Giuseppe Verdi (v.foto scattata nel camerino del teatro e in un Hotel) quando era nel massimo splendore, con una voce che incantava le platee.


Maria Callas allora portava ancora il nome di Meneghini suo-marito-manager che le procurava le scritture prima che Aristotele Onassis si affacciasse all’o
rizzonte rovinandole la carriera e poi la vita.
Resta un mistero di come una star del suo calibro, osannata e acclamata in tutto il mondo si fosse abbassata al livello basso di Onassis.
Vabbè che con Meneghini non c’era stata consumazione perché, come assicura l’amico Franco Zeffirelli, lei era entrata come una casta diva nel lettone di Aristotele sul panfilo Cristina (che non ha portato fortuna a nessuna donna che vi ha messo piede, da Tina prima moglie, a Jaqueline Kennedy seconda passsando dall’amante Maria Callas fino ai figli di Onassis Cristina e Alessandro) ma una via di mezzo poteva pur esserci.
Impossibile per una Divina come Maria Callas dove tutto era nero o bianco, senza alcuna sfumatura tanto da lasciarsi andare fino a morire per il dolore della sua perdita.

Come un’eroina dei suoi drammi, capace di amare in maniera totale e devastante.
Aveva cinquant’anni ma era rimasta una fanciulla, morendo silenziosamente come una Casta Diva, o ancora meglio come una Tosca la cui romanza recita: “…vissi solo d’arte e d’amor…”
Ed è caro agli Dei chi muore giovane.
Lei sarà sempre la Divina anche dopo aver chiuso il sipario sulla sua vita.

                                  LA TRAVIATA

(di Francesco Maria Piave) Musica di Giuseppe Verdi
Rappresentazioni: 30 Dicembre 1951, 3, 4 e 9 Gennaio 1952
Interpreti: Maria Meneghini Callas (30.12) e Fiorella Carmen Forti (Violetta); Ebe Ticozzi, Maria Varetti (4.1) e Gabriella Galli (9.1) (Flora); Maria Varetti e Sandra Nenni (4.1) (Annina); Arrigo Pola e Gianni Raimondi (9.1) (Alfredo); Ugo Savarese e Walter Monachesi (4 e 9.1) (Giorgio Germont); Vittorio Pandano (Gastone); Camillo Righini (Barone Douphol); Enzo Cecchetelli (Marchese d'Obigny); Aristide Baracchi (Dottor Grenvill). Prima Ballerina: Anna Maria Bruno.
Maestro Direttore: Oliviero De Fabritiis. Regista: Riccardo Moresco. Maestro del coro: Gianni Lazzari.
Scene: Ercole Sormani.
Costumi: Casa d'Arte Imperia.
Impresa: Cittàdi Parma - Teatro Regio.
Altri interpreti: Orchestra e Coro del Teatro Regio di Parma.

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