mercoledì 9 ottobre 2013

TARTUFO SCALTRO E MODERNO POLITICO


Un Tartufo molto interessante, è quello messo in scena a Teatro Due di Parma con l’opera di Moliére e la Regia di Carlo Cecchi con la Compagnia del Teatro Stabile delle Marche e del Teatro Stabile di Napoli, rivisitato e stravolto. (Nella foto una versione con Corinne Clery).
Il suo percorso è chiaro fin dall’inizio quando appare in scena la suocera arcigna e di nero vestita che bacchetta i componenti la famiglia, dalle due nipoti alla signora nuora (seconda moglie del figlio) estendendosi al fratello di lei per finire col difendere un amico esterno, morigerato e pio, senza accorgersi della sua doppiezza.
A contorno, una servetta impicciona e saggia, capace di fronteggiare sia il padrone che le situazioni, un fidanzatino innamorato e un capo famiglia succube della Vecchia Grande Madre e dunque fortemente dipendente da Tartufo (l’amico di famiglia) considerato come punto di riferimento, tanto da indurre a nominare lui, il bugiardo, quale unico erede di tutto il suo patrimonio, escludendo il figlio e concedendogli la figlia in sposa.
Insomma una famiglia con una storia antica ma ancora attualissima.
Infatti dipanandosi fra pettegolezzi, intrecci amorosi e battibecchi fra i componenti familiari, sembra di assistere alla soap Beautiful  che non risparmia colpi di scena clamorosi.
Tartufo è il damerino, farabutto di turno assetato di potere che potremmo paragonare in Beautiful a personaggi (oggi comunque usciti di scena) come Deacon, arrivisti e scaltri, capaci di insidiare contemporaneamente sia la madre che la figlia.
Grazie al loro fascino ambiguo riescono ad inserirsi in una ricca famiglia per impossessarsi del patrimonio controllandola nel seminare le solite storie di corna. Ma con Tartufo, l’agnello vestito da lupo viene comicamente smascherato, come in una sorta di pochade, prima ancora che si arrivi alla consumazione carnale.
E allora, salvata la virtù della madama, la commedia dovrebbe finire bene.
Ma ecco il colpo di scena clamoroso. Giù la maschera, Tartufo tira fuori la faccia dello scaltro politico-voltagabbana, senza scrupoli ma simpatico, furbo nel servirsi della legalità per favorire l’ingiustizia in difesa dei suoi interessi pubblici e privati.
Uno spettacolo attualissimo che non ci viene risparmiato dalla nostra classe dirigente, dove gli affari della politica sono arrivati ad intrecciarsi con quelli famigliari, coinvolgendo ex mogli figli amanti e parenti (v. per citare qualcuno,Mastella  e l'ex  Presidente del Consiglio protagonista “fago tuto mi”: il  colpo di Teatro col Tartufo gli mancava ma la sua realtà ha superato l'opera. Bel colpo).
                 

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